mercoledì 10 ottobre 2007

Ti piacerebbe votare a sedici anni ?

Il prof. Alessandro Rosina, docente di di Demografia all’Università Cattolica di Milano, dove insegna Demografia e Modelli di Population Dynamics, sulle pagine online di La Voce ha lanciato una proposta molto interessante: abbassare l'età dell'elettorato attivo a 16 anni.



La proposta non è da valutare con superficialità, è molto seria, e per tanti motivi. La classe politica italiana è tra le più longeve d’Europa, ed il ricambio generazionale è lento e spesso ostacolato all’interno degli stessi partiti politici, al cui interno agiscono gruppi di potere che mantengono ben saldo il potere, non lasciando quindi nessuno spazio ai giovani.

L’abbassamento dell’età costituirebbe quindi un’ottimo deterrente, dato che da un lato si obbliga ad una maggiore attenzione verso i giovanissimi cittadini, come sottolinea lo stesso Prof. Rosina, dall’altro i giovani amministratori avrebbero maggiori possibilità di essere eletti. Bisognerebbe prestare attenzione anche ad un altro aspetto, mettendo da parte la questione sull’immaturità, che a parer mio è soggettiva, vi è un serio problema educativo, di formazione, un deficit di educazione civile. Qualche anno fa, ad un gruppo di studenti, che comprendevano una fascia d’età dai 15 ai 18 anni, vennero poste alcune domande sul compito istituzionale del Parlamento e di altre cariche costituzionali; i risultati furono desolanti, pochi risposero correttamente, la stragrande maggioranza fece molta confusione. Prima di dare il diritto al voto a questi ragazzi non sarebbe il caso di riabilitare seriamente l’educazione civica nella scuola media, come materia avente un serio peso nello stesso curriculum scolastico ?

I giovani diciottenni, arrivano davanti l'urna senza neanche capire la differenza tra destra e sinistra, tra "stato sociale" e "stato liberale", figuriamoci se leggono o si interessando dei programmi elettorali. In genere ci arrivano su indicazione dell'amico o del parete per fare il piacere (quasi sempre nelle tornate locali), mentre in quelle nazionali un pò meno, ma comunque è la simpatia il principale metro di giudizio.

La formazione è fondamentale in un paese civile, questo è il punto, ed la maggiore falla dell'Italia. Una scuola funzionante garantisce dei buoni cittadini per il paese, dei buoni politici, dei buoni elettori che scelgono i propri buoni giovernanti che hanno una buona cultura di gioverno e di responsabilità.

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