La Pelle di Zigrino è un romanzo che non possiamo limitare solo ed esclusivamente al tema centrale, ovvero alla scelta di vita del nostro protagonista. Balzac nel racconto ci offre degli straordinari spunti di riflessione sulla società del tempo, sulla politica andando anche ad approfondire temi complessi. Un passaggio che mi ha sempre colpito del romanzo è la cena con annesso dibattito nelle prime pagine del romanzo.
A titolo di esempio riporto una parte dell’intervento di uno dei commensali:
Ma riassumiamo questa larga veduta della civiltà, - diceva lo scienziato che, per l’istruzione dello scultore disattento aveva intrapreso una discussione sull’inizio della società e sui popoli autoctoni. – All’origine delle nazioni, la forza fu in qualche modo materiale, una grossolana; poi, con l’accrescimento delle aggregazioni, i governi hanno proceduto per la via delle scomposizioni più o meno abili del potere primitivo. Così, nell’antichità remota, la forza era nella teocrazia; prete teneva il gladio e l’incensiere. Più tardi, vi furono due sacerdozi: il pontefice ed il re. Oggi, la nostra società, ultimo termine della civiltà, ha distribuito il potere secondo il numero delle combinazioni e noi siamo giunti alle forze chiamate industria, pensiero, denaro, parola. Il potere, non avendo allora più unità, avanza incessantemente verso una dissoluzione sociale che non ha altra barriera fuorché l’interesse. Perciò, non ci appoggiamo né alla sulla religione ne sulla forza materie, ma sull’intelligenza. Il libro vale il gladio. La discussione vale l’azione ? Ecco il problema.
L’intelligenza ha tutto ucciso ! – esclamò il carlista. – Suvvia, la libertà assoluta conduce le nazioni al suicidio, esse si annoiano nel trionfo, come un inglese milionario.
La Pelle di Zigrino - Balzac
A titolo di esempio riporto una parte dell’intervento di uno dei commensali:
Ma riassumiamo questa larga veduta della civiltà, - diceva lo scienziato che, per l’istruzione dello scultore disattento aveva intrapreso una discussione sull’inizio della società e sui popoli autoctoni. – All’origine delle nazioni, la forza fu in qualche modo materiale, una grossolana; poi, con l’accrescimento delle aggregazioni, i governi hanno proceduto per la via delle scomposizioni più o meno abili del potere primitivo. Così, nell’antichità remota, la forza era nella teocrazia; prete teneva il gladio e l’incensiere. Più tardi, vi furono due sacerdozi: il pontefice ed il re. Oggi, la nostra società, ultimo termine della civiltà, ha distribuito il potere secondo il numero delle combinazioni e noi siamo giunti alle forze chiamate industria, pensiero, denaro, parola. Il potere, non avendo allora più unità, avanza incessantemente verso una dissoluzione sociale che non ha altra barriera fuorché l’interesse. Perciò, non ci appoggiamo né alla sulla religione ne sulla forza materie, ma sull’intelligenza. Il libro vale il gladio. La discussione vale l’azione ? Ecco il problema.
L’intelligenza ha tutto ucciso ! – esclamò il carlista. – Suvvia, la libertà assoluta conduce le nazioni al suicidio, esse si annoiano nel trionfo, come un inglese milionario.
La Pelle di Zigrino - Balzac
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