mercoledì 16 maggio 2012

La Rivoluzione dei giovani italiani

Penso che ci vorrebbe uno scatto d'orgoglio prima di tutto dai noi giovani italiani, non possiamo continuare ad accettare passivamente tutto questo, siamo un grande popolo, ma per superare le crisi dobbiamo superare il nostro individualismo. La generazione dei nostri padri ha sostanzialmente fallito, è il momento di capire che il futuro dell'Italia e dell'Europa dipende da noi



Questa crisi, una crisi che non è nostra, mina il nostro futuro, il nostro diritto ad un futuro. L'Italia ha bisogno di una grande rivoluzione, una rivoluzione culturale dei giovani italiani per affrontare la crisi politica, sociale ed economica. Ci serve uno scatto d'orgoglio, nella consapevolezza che su di noi esiste la responsabilità del futuro dell'Italia.

La generazione dei nostri padri ha fallito miseramente: la prima repubblica è stata un disastro. Non hanno saputo cogliere il lascito dei padri costituenti della Repubblica, e non hanno saputo innovare quel lascito. Parlo di uno stato corrotto, che ha dovuto affrontare una guerra contro le mafie, ha lasciato soli i veri servitori dello Stato, rendendosi complice del loro assassinio. Uno stato sceso a compromessi, incapace di attuare le riforme necessarie in tempo utile. Ora, ci consegneranno uno Stato indebitato, arretrato e corrotto.

Ci vorrebbe una rivoluzione culturale che parta direttamente dai giovani italiani, ogni giovane dovrebbe rendersi partecipe di un nuovo cammino sulla strada del rinnovamento, con l'obiettivo di costruire un Paese profondamente diverso dalle esperienze passate, dove ogni cittadino si senta responsabile del futuro del suo Paese.

Il patriottismo non è sinonimo di nazionalismo, essere patrioti significa volere il bene del proprio Paese, della comunità alla quale si appartiene, cioè a se stessi.

Rilanciare, dunque, con forza il significato di sovranità popolare, lo Stato sono io, siamo noi popolo italiano.

p.s.: ipotesi e bozza di manifesto politico in stile manzoniano ()

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