sabato 29 dicembre 2007

Piero Calamandrei: appunti e breve biografia


Piero Calamndrei nasce a Firenze il 21 Aprile del 1889, discendente da una famiglia di noti giuristi toscani, fu professore universitario e deputato repubblicano nel 1908. In seguito alla laurea, conseguita con risultati eccellenti, divenne professore di diritto processuale civile all’Università di Messina a soli 26 anni e successivamente a Siena.





Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale come volontario, prosegue la carriera accademica prima a Modena e poi a Firenze. L’attività politica negli anni 20, fu molto vivace. Gaetano Salvemini, arrestato a Roma nel 1925 a causa della sua attività antifascista insieme a Ernesto Rossi, fu difeso dallo stesso Calamandrei, che in quegli anni aderì con convinzione all’Unione Nazionale, associazione politica fondata da Giovanni Amendola.
Il 1° maggio del 1925, Benedetto Croce fece pubblicare sulla rivista “il Mondo” il Manifesto degli intellettuali Antifascisti” che fu sottoscritto dallo stesso Salvemini.
Dopo la seconda guerra mondiale fu nominato rettore dell’Università di Firenze. Tra i principali protagonisti della nascita del Partito d’Azione, fu eletto prima alla Consulta e poi all’Assemblea Costituente. In seguito allo scioglimento del Pd’A aderisce prima all’Unione dei Socialisti di Ignazio Silone, poi nel raggruppamento di ‘Unità Socialista’. Dopo un breve periodo nel PSDI di Saragat, ne uscì anche per solidarietà verso Codignola espulso dal partito e insieme contribuirono a fondare ‘Unità Popolare’, che si battè contro la legge truffa e per una animazione dal basso in senso liberaldemocratico e liberalsocialista.

Appunti sul pensiero di Calamadrei

Calamandrei studiò con passione e sacrificio all’università, si laureò presto ed esercitò dapprima come avvocato in uno studio fiorentino per poi iniziare la carriera accademica.

Possiamo sicuramente affermare che fu un antifascista di prima linea: l’adesione all’associazione politica di Amendola, la collaborazione con “Non Mollare” (il periodico clandestino dell’organizzazione segreta “Italia Libera”), la fondazione insieme ai Fratelli Rosselli, Ernesto Rossi e Salvemini del Circolo di Cultura di Firenze (in seguito distrutto dai fascisti), l’adesione a Giustizia e Libertà, la collaborazione con Critica Sociale di Turati, la sottoscrizione del Manifesto degli Intellettuali Antifascti di Benedetto Croce ecc. Lo spirito socialista con tutte le sue sfumature (social-liberale, socialdemocratico ecc) presero naturalmente “forma” dopo la restaurazione della democrazia e la ricostruzione dei partiti politici. Partecipò attivamente alla stesura della Costituzione in Assemblea, e fondò insieme a Ferruccio Parri e Ugo La Malfa il Partito d’Azione.

Durante il fascismo rifiuta la tessera del PNF e si dimette da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione a Mussolini. In questi anni di silenzio continuò la sua attività antifascista, criticando nel suo diario personale l’immobilità degli italiani e l’asservimento degli intellettuali. Sullo stesso periodico “Non Mollare” Calamandrei porterà l’esempio di Salvemini e delle numerose critiche rivolte dallo stesso Senato Accademico per le dimissioni seguite dalle forti critiche verso il regime.

<< La seconda guerra mondiale avverte come crisi di una civiltà ma invita ad avere fede nel futuro; tuttavia, passando la Germania di vittoria in vittoria, un cupo pessimismo gli faceva affermare che “agli uomini della mia generazione e della mia fede non resta che morire”.

Per Calamandrei nell’agosto del 44 l’Italia è entrata in una fase rivoluzionaria intesa come passaggio da un vecchio ad un nuovo ordinamento giuridico. Dire rivoluzione significa prendere posizione contro i fautori della restaurazione del vecchio stato prefascista, di un nostalgico “ritorno allo Statuto”. Il vecchio Stato è morto per la stretta mortale con il Fascismo, caduto il quale non può rimanere in piedi lo Statuto per la semplice ragione “che lo Statuto da molto tempo non c’era più”. Calamandrei riconosce, invece, sovranità e autorità al Comitato di liberazione nazionale “ diretta rappresentanza del popolo italiano rimasto in piedi dopo la catastrofe”. Per questo saluta con gioia la formazione del governo Parri (giugno 1945).
L’abdicazione di Vittorio Emanuele III a favore del figlio Umberto II è giudicata come l’ultimo tentativo “in articulo mortis” di salvare la monarchia. (di Raffaele Marzullo – www.liceocalamandrei.it) >>

Nell’assemblea costituente fece parte della Commissione dei 75, in particolare della sottocommissione sull’Ordinamento Costituzionale della Repubblica: “lo spirito della Resistenza tradotto in formule giuridiche” e la Resistenza valuta come anello essenziale della storia d’Italia, giunzione gloriosa tra passato avvenire.

Fu contrario all’introduzione dei Patti Lateranensi nella Costituzione e si oppose alla scomunica contro i Comunisti di Pio XII del ’49.

Prende la parola per l’ultima volta nella Camera dei Deputati il 12 dicembre 1952 contro la legge truffa: “Le nostre persone passano, non contano; i calcoli elettorali, il numero dei seggi, sono trascurabili miserie; quello che conta ……è lasciare aperte verso l’avvenire, nelle nostre coscienze e nel paese, le strade pacifiche che attraverso la democrazia parlamentare portano a quelle plaghe ove la libertà è tutt’uno col socialismo”.

Sono due i caratteri principali del pensiero di Calamandrei come dello stesso Rosselli e Rossi, la via democratica del socialismo e la sua rilettura in chiave socialdemocratica e la necessità del federalismo europeo come base per una pace durevole in Europa.

Nel 1955 tenne una lezione ad alcuni studenti milanesi, dove parlò dei grandi valori della Costituzione e della Libertà, interessante è il passaggio che compie sul concetto “dell’indifferentismo alla politica”, allora già un problema sentito nei confronti dei giovani disinteressati, disaffezionati e distanti dalla politica.  (nel 1955, tredici anni prima del sessantotto, ed oggi ? cosa dovrebbe dire ?).

Nessun commento:

Posta un commento

I Magliari di Francesco Rosi con Sordi e Salvatori

I Magliari è un film che a prima vista sembra leggero, eppure è complesso, profondo, che impegna. Un film che ti fa alternare pensieri e ri...