Roma - Fassino, D'Alema, Rutelli & CO. sono già al settimo mese di gravidanza, ed il nascituro Partito Democratico è quasi pronto a vedere la luce, si attende solo la prognosi congressuale che darà il via all'inizio delle operazioni di parto.
Come ogni figlio che si rispetti, non tutti nelle rispettive famigliole sono contenti del nuovo venuto, ma per un'arboto ormai è troppo tardi, ci potrebbe essere uno scontro forte con i cattolici della margherita, che non sarebbero d'accordo ad un'aborto con una gravidanza così avanzata. Non ne parliamo poi dei papà che sarebbero spodestati nella loro figura di guida. Quindi si va avanti senza se e senza ma.
Il futuro PD cambierà sicuramente l'intera morfologia del sistema partitico della sinistra. Ci sono varie strade
da prendere seriamente in considerazione. Prima di tutto bisogna valutare e sopratutto quantificare i c.d. "scontenti" che usciranno dai diesse, guidati dal leader della Sinistra DS, Fabio Mussi. I diesse sono il più grande partito della sinistra italiana con i suoi 700 mila iscritti (compresa la sinistra giovanile) e potremmo tranquillamente ipotizzare (contando al ribasso) l'uscita di circa 250/300 mila iscritti, cioè un vero e proprio partito a parte. Alcuni hanno già fiutato l'affarone, compagni socialisti come Boselli dello SDI, hanno addirittura indetto un Congresso Straordinario chiedendo la riunificazione della diaspora socialista, cosa di non poco conto dato che lo stesso SDI era stato invitato alla tavola del PD; Bertinotti invece parla di revisionismo; il PdCI si agita e chiede di mettere da parte i vecchi dissidi; Bobo Craxi con il suo minipartito dei "I Socilisti" si è dichiarato pronto a partecipare ai giochi, mancano solo i Verdi. Nella Sinistra italiana si sono quindi formati due grandi tronconi uno pro e quasi PD con Diesse e Margherita, l'altro suddiviso a sua volta in Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi da una parte e dall'altra SDI, I Socialisti, una parte della Rosa del Pugno che non coincide con lo SDI e forse il Nuovo PSI di De Michelis attualmente collocato nel centro-destra...
Come ogni figlio che si rispetti, non tutti nelle rispettive famigliole sono contenti del nuovo venuto, ma per un'arboto ormai è troppo tardi, ci potrebbe essere uno scontro forte con i cattolici della margherita, che non sarebbero d'accordo ad un'aborto con una gravidanza così avanzata. Non ne parliamo poi dei papà che sarebbero spodestati nella loro figura di guida. Quindi si va avanti senza se e senza ma.
Il futuro PD cambierà sicuramente l'intera morfologia del sistema partitico della sinistra. Ci sono varie strade
da prendere seriamente in considerazione. Prima di tutto bisogna valutare e sopratutto quantificare i c.d. "scontenti" che usciranno dai diesse, guidati dal leader della Sinistra DS, Fabio Mussi. I diesse sono il più grande partito della sinistra italiana con i suoi 700 mila iscritti (compresa la sinistra giovanile) e potremmo tranquillamente ipotizzare (contando al ribasso) l'uscita di circa 250/300 mila iscritti, cioè un vero e proprio partito a parte. Alcuni hanno già fiutato l'affarone, compagni socialisti come Boselli dello SDI, hanno addirittura indetto un Congresso Straordinario chiedendo la riunificazione della diaspora socialista, cosa di non poco conto dato che lo stesso SDI era stato invitato alla tavola del PD; Bertinotti invece parla di revisionismo; il PdCI si agita e chiede di mettere da parte i vecchi dissidi; Bobo Craxi con il suo minipartito dei "I Socilisti" si è dichiarato pronto a partecipare ai giochi, mancano solo i Verdi. Nella Sinistra italiana si sono quindi formati due grandi tronconi uno pro e quasi PD con Diesse e Margherita, l'altro suddiviso a sua volta in Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi da una parte e dall'altra SDI, I Socialisti, una parte della Rosa del Pugno che non coincide con lo SDI e forse il Nuovo PSI di De Michelis attualmente collocato nel centro-destra...
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