domenica 26 ottobre 2008

Biografia di Ferruccio Parri. Il nuovo eroe mazziniano


Guardo Parri. Come il suo viso fine, pallido incorniciato da una barba di venti giorni, spira nobiltà. Parri è la mia seconda coscienza, il mio fratello maggiore. Se la prigione non mi avesse dato altro, la sua melanconica amicizia mi basterebbe. Questi uomini alti e puri sono tristi, terribilmente tristi e solitari. Scherzano, ridono, amano come tutti gli altri. Ma c’è nel fondo del loro essere una tragica disperazione una specie di disperazione cosmica. Fino alla conoscenza di Parri, l’eroe mazziniano mi era apparso astratto e retorico. Ora melo vedo steso vicino, con tutto il dolore del mondo ma anche tutta la morale energia del mondo, incisa sul volto (Fuga in quattro tempi, Almanacco Socialista, 1931)


Una profonda descrizione quella di Carlo Rosselli del “fratello maggiore” Ferruccio Parri. Nasce a Pinerolo, in Piemonte, la stessa città che diede i natali a Luigi Facta. Dopo la Laurea in Lettere inizia la professione di insegnante e giornalista al Corriere della Sera, erano gli anni dell’apice del fascismo: il giornale aderisce al movimento di Mussolini. Parri rifiuta la tessera del Partito Fascista, obbligatoria per continuare ad insegnare. Costretto, quindi a lasciare entrambe le professioni, viene accusato di attività antifascista e condannato dal Tribunale Speriale al confino. Nel ’26 aderisce a Giustizia e Libertà, partecipando all’espatrio clandestino di Filippo Turati.

Dopo l’armistizio di Cassibile, che sancì la resa dell’Italia, Parri si unisce ai primi gruppi di resistenza, e si mise alla guida del Partito d’Azione. Con la riorganizzazione dei partigiani fu nominato rappresentante Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia e successivamente Vice Comandante del Corpo Volontari per la libertà, il braccio armato del CLN.

Arrestato in un agguato fu successivamente liberato con la mediazione degli americani. Dopo il 25 Aprile Parri rientrò a Milano come rappresentante del Partito d’Azione. In Italia vigeva il cosiddetto il Periodo costituzionale transitorio, come viene chiamato dai costituzionalisti.

Con la fine del II governo Badoglio, che durò 45 giorni, il 9 giugno del ’44 venne affidato l’incarico di creare un nuovo governo a Ivanoe Bonomi, il cui esecutivo rimase in carica fino a novembre dello stesso anno (Bonomi II)

Il terzo governo Bonomi, che a differenza del precedente era costituito solo da DC, PLI, PCI e PDL durò circa 6 mesi. Con le dimissioni di Bonomi, l’incarico venne affidato a Parri che assunse la presidenza del Consiglio come rappresentante del Partito d’Azione il 21 giugno del ‘45. Il nome di Parri fu proposto da Leo Valiani e Rodolfo Morandi come personalità intermedia fra le forze di sinistra e quelle centriste presenti nel CNL (Wikipedia).

In effetti, dopo il 25 aprile il primo a prendere l’iniziativa fu proprio Pietro Nenni (segretario del partito socialista di unità proletaria), il quale avanzò la propria candidatura alla Presidenza del consiglio. Tre giorni dopo Alcide De Gasperi (gà presidente della DC) comunicò il proprio nome in contrapposizione a Nenni. Ci subito una spaccatura all’interno del CNL: i partiti di sinistra appoggiarono Nenni, i moderati De Gasperi. Mentre sui giornali la sfida pareva tra liberali ed azionisti. La forzatura della DC non si concretizzo probabilmente a causa della mancata quantificazione del peso elettorale, mentre il PCI che aveva contribuito in maniera rilevante alla guerra di Liberazione non voleva forzare la mano e si dimostrava disponibile a tutte le ipotesi di governo.

Il Partito Liberare voleva un ritorno allo stato pre-fascista mentre il Partito d’Azione rivendicava una rottura con il passato ed ad un mutamento profondo dello stato. Il clima è molto delicato, gli americani chiedevo le armi ai partigiani e non erano molto convinti di lasciare loro campo libero come la nuova classe dirigente italiana, considerando anche le umilianti condizioni dell’armistizio dell’8 settembre ed il non riconoscimento di “Alleato” all’Italia, ma solo di cobelligerante. A questo punto la candidatura di De Gasperi rappresentante dei moderati e conservatori cattolici, con l’appoggio di liberali, laicisti quindi della classe media avrebbe provocato una delusione delle masse popolari. La stessa candidatura di Nenni poteva provocare un clima di tensione e conflittualità. Occorreva quindi la candidatura di un uomo della resistenza, estraneo alle ultime vicende politiche pre-fasciste. Il nome era quello di Ferruccio Parri

Durante il governo Parri furono affrontanti i primi problemi del dopo guerra, tra cui la ricostruzione delle infrastrutture e le Trattative di Pace, anche grazie all’operato dell’allora Ministro degli Esteri Alcide De Gasperi. La crisi in seno al governo si riaccese con le dimissioni in massa dei Ministri del Partito Liberale, Parri fu costretto alle dimissioni l’8 dicembre 1945.

Con l’elezione dell’Assemblea Costituente il Partito d’Azione entra in crisi, dovuta anche all’uscita di una personalità come Ugo La Malfa derivata dalla deriva a sinistra del partito.

Il crollo elettorale del Pd’A ne determina lo scioglimento, lo stesso Parri aderisce al Partito Repubblicano Italiano, con cui viene eletto deputato nelle prime elezioni del 1948.

In disaccordo con la linea del partito sulla Legge Truffa (legge elettorale del 1935), fonda con Calamandrei il movimento Unità Popolare, che non raggiunge il quorum minimo per accedere al Parlamento.

Questo periodo è contrassegnato anche dalla vicenda giudiziaria che vede Parri contro il giornale di destra “Il Meridiano” per aver pubblicato un articolo in cui lo accusava di aver complottato e tradito la Resistenza. Il processo, molto seguito in tutto il Paese, vide la presenza di illustri politici come Longo e Pertini.

Gli anni successivi, con l’elezione alla Camera come indipendente nelle liste del PSI, furono segnati da duri attacchi ai governi democristiani. Il presidente della Repubblica Antonio Segni lo nominò senatore a vita, morì a 91 anni, nel 1981. Oggi è considerato uno dei grandi padri della Repubblica Italiana.

Nessun commento:

Posta un commento

I Magliari di Francesco Rosi con Sordi e Salvatori

I Magliari è un film che a prima vista sembra leggero, eppure è complesso, profondo, che impegna. Un film che ti fa alternare pensieri e ri...